I GRANDI FERRARESI NELLO SPORT: RUBEN BURIANI

 

È nato a Portomaggiore il 16 Marzo 1955, 14° ed ultimo figlio, che i genitori hanno voluto chiamare Ruben, “Figlio della Provvidenza” . Buriani inizia a giocare a calcio nella squadra di casa, la Portuense, per poi passare alle giovanili della Spal di Paolo Mazza, che successivamente lo lancia nel mondo del professionismo. Nel 1974 viene ceduto al Monza in serie C dove rimane fino al 1977. Con i Brianzoli, mette in mostra le proprie qualità, conquistando una promozione dalla Serie C alla Serie B nel Campionato 1975/76 e raggiungendo, l’anno successivo  il 5° posto nel campionato cadetto. Il temperamento di Buriani, la sua perseveranza e le qualità del gioco espresso, gli valgono la chiamata al Milan per il Campionato 1977/78. Al Milan Buriani conosce una stagione straordinaria, che lo vedrà tra i protagonisti al fianco di giocatori come Rivera, Baresi, Albertosi, Collovati, Capello ed altri campioni rossoneri dell’epoca. Buriani viene subito apprezzato dai tifosi milanisti che scherzosamente gli affibbiano diversi soprannomi, lo chiamano “Pannocchia”, per gli inconfondibili capelli biondissimi e “Motoperpetuo o Settepolmoni”, per lo stile di gioco fatto di corsa, velocità e grinta instancabili. Ancora oggi il Centrocampista ferrarese è molto amato dai supporter milanisti, ai quali è entrato indelebilmente nel cuore, anche segnando una doppietta nel Derby del 6 novembre 1977, vinto sull’Inter per 3-1. Con il Milan Buriani colleziona complessivamente 180 presenze con 14 gol segnati e 25 assist. Tra i suoi allenatori in quegli anni, leggende come Nils Liedholm e Gigi Radice.

Nel 1982 all’età di 27 anni, viene ceduto al Cesena, dove resterà per due stagioni piuttosto sfortunate, terminate la prima con una retrocessione dalla Serie A alla B e la seconda con una salvezza sofferta.

L’anno successivo Buriani, che mantiene comunque le sue prestazioni sempre ad alto livello, viene chiamato nella capitale per giocare nella Roma dal Presidente Dino Viola, tra i suoi compagni di squadra Paulo Roberto Falcão, Toninho Cerezo, Bruno Conti, Carlo Ancelotti, Ciccio Graziani e Roberto Pruzzo. Con la Roma Ruben Buriani scende in campo per 33 volte, senza goal al suo attivo.

Dopo una sola stagione alla Roma, un trasferimento, quello a Napoli che segnò una svolta importante e dolorosa della sua carriera. A Napoli Buriani trova giocatori del calibro di Diego Armando Maradona, Ciro Ferrara, Salvatore Bagni, Daniel Bertoni e Bruno Giordano. Con la squadra, che l’anno successivo vincerà lo storico 1° scudetto del Napoli, gioca solo cinque partite, perché un grave infortunio con frattura scomposta di tibia e perone, dovuto ad uno scontro con Andrea Mandorlini al 65° minuto di Inter-Napoli, il 10 Novembre 1985 allo stadio Meazza di Milano, costringe Buriani ad una lunga convalescenza che lo allontanerà anzitempo del calcio dei massimi livelli.

Rimessosi in sesto con fatiche e sacrifici dopo l’infortunio, il campione portuense ha terminato la sua carriera di calciatore professionista, da dove la stessa era partita, vestendo la maglia della Spal in Serie C per due stagioni, prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo nel 1988. Nel suo Palmarès: uno Scudetto, una Mitropa Cup, una promozione dalla Serie B alla Serie A ed una Promozione dalla Serie C alla Serie B. Buriani ha vestito anche la maglia azzurra, è stato anche convocato in Nazionale, Il 16 febbraio 1980 contro la Romania e per i Campionati Europei del 1980. Al termine della carriera di calciatore, ha assunto anche incarichi dirigenziali, è stato Direttore Sportivo della Salernitana in Serie A, della Ternana in Serie B e del Padova in Serie C1. Inoltre dal 1995 al 1997 è stato Direttore Sportivo del settore giovanile del Milan. Tra gli aneddoti che ama raccontare, uno da calciatore su Maradona: “Maradona l’ho visto sia in campo che fuori, era uno spettacolo vederlo. E’ sempre stato disponibile, si schierava sempre dalla parte di chi aveva dei problemi, si prendeva ogni responsabilità e se c’erano screzi, andava a parlare col presidente”, ed uno da dirigente su Gennaro Gattuso:” Sono stato io a portare Gennaro Gattuso dalla Salernitana al Milan. I dirigenti rossoneri pensavano che gli avessi rifilato un bidone e invece..”.

 

 

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